Newsletter numero 244, 9 agosto 2021

Navi e container

Prima i vari lockdown per il virus, poi l'incidente che ha chiuso il Canale di Suez, infine la ripresa della produzione in alcuni paesi, specie in Cina, insomma, in alcuni mesi i costi di trasporto delle merci sono lievitati ben oltre il fisiologico tentativo di recuperare profitto perduto attraverso espedienti di manipolazione dei prezzi. Ma dove non è operante la legge del valore-lavoro (servizi non vendibili, costi parassitari) la speranza di produrre nuovo valore rimane speranza. Per garantire una veloce distribuzione dei loro prodotti, i Cinesi hanno da qualche tempo investito per ammodernare, ristrutturare e acquistare una rete di installazioni portuali. Ciò ha comportato un aumento di efficienza locale, ma una vulnerabilità a livello globale. La trasformazione dei porti a misura delle merci cinesi ha penalizzato le operazioni degli altri paesi che sono stati costretti a mettersi in coda. Ciò ha comportato l'intasamento delle infrastrutture marittime e quindi una diminuzione del tonnellaggio trasportato. La sola parziale chiusura delle infrastrutture portuali di Hantian, super specializzate per le esportazioni del distretto industriale di Shenzhen, manda in crisi un movimento merci che ammonta da solo a diverse volte il PIL di molti paesi, e questo alla vigilia della formazione di scorte per il periodo natalizio.

2000: Patologie dell'investimento
2005: Sindrome cinese

Mirabile logistica (sembrava)

La produzione just in time e a zero scorte si può applicare solo se la logistica esterna alle fabbriche è perfetta. Le vendite on line richiedono un'efficienza ancora maggiore: all'interno di una fabbrica si può migliorare il sistema, il flusso regolare può essere garantito a materie prime e semilavorati fino all'assemblaggio dei prodotti finali, ma tra fabbriche l'ottimizzazione dei flussi passa attraverso aziende specializzate che, di fronte alle difficoltà in un settore, piombano come avvoltoi approfittando della situazione di monopolio in cui si trovano. Infatti, nel settore dei noli marittimi sono nate mostruose navi portacontainer che trasportano soltanto un tipo di contenitore in quantità (che supera le 20.000 unità), e che è al 100% prodotto in Cina. Non è un errore di battitura: tutti i container del mondo sono fabbricati nella sola Cina. Così l'assetto iper-produttivo che il capitale si è dato per limitare la caduta del saggio di profitto rischia di far saltare l'intero sistema. La pandemia, limitando il movimento merci, ha provocato un immane movimento di navi semivuote e un conseguente stoccaggio di container vuoti in giro per il mondo, container che adesso urge andare a prendere. Quando tutto funziona una nave parte piena di una merce e ritorna piena di un'altra merce, mentre adesso parte vuota per far posto ai container vuoti, i quali si riempiranno solo dove ci sono di nuovo merci che li aspettano attendendo che venga ristabilito l'ordine nei porti. Davanti alla Costa Occidentale Americana e a quella Orientale Cinese migliaia di navi sono in coda dopo aver pagato noli quadruplicati. E non ci sono soltanto le navi portacontainer, ci sono anche le navi attrezzate per il trasporto di prodotti specifici, come petrolio, minerali vari, granaglie, metano.

Grafico

2002: Evitare il traffico inutile

Consumi marginali

Elementare, Watson, il virus mutante subisce mutazioni. Era una delle poche certezze, ma è da quando è iniziata questa tragedia che si trovano schiere di esperti che minimizzano trovando giustificazioni per l'allentamento sanitario. Adesso, improvvisamente, si scopre che sono cambiate le modalità di contagio, che la variante delta ha cambiato la sintomatologia, che occorre studiare la nuova situazione e che per di più oltre alla delta sono arrivate le varianti lambda ed epsilon. Il pericolo di contagio resta. Non solo, ma sembra provato che i vaccinati non sono così immuni come si credeva. E sempre di più vengono colpiti giovani e bambini. Magari non si muore ma le conseguenze sono spesso pesanti. Il messaggio è comunque inequivocabile e va oltre alla questione del vaccino. È stato montato un movimento di opinione dalle modalità religiose: andate in vacanza tranquilli come siete andati in fabbrica o altrove: la patria chiama, l'economia ha bisogno di voi. Libertà dal vaccino! Libertà dalla museruola! Ma in cambio libertà di fare quel che cavolo voglio! Non si è mai parlato tanto di libertà come quando il capitale ha ordinato di tenere aperte fabbriche e botteghe, scuole e mezzi di trasporto. Di fronte a un virus mutante che diventa sempre più contagioso. Potenza del consenso, base per ogni partigianeria: nessuna spiaggia o fabbrica sarà mai affollata come uno stadio in cui 67.000 persone per un paio d'ore si sono nebulizzate in faccia la variante albionica e, senza ancora saperlo, le varianti successive (la delta era stata individuata in Perù un anno fa, oggi è presente in 29 paesi). E poi le olimpiadi. Finiranno le vacanze, si ritornerà a scuola o in fabbrica, verrà il Natale Dei Santi Regali passando dal Venerdì Nero Degli Sconti:

"Tu sei pronto per il Black Friday 2021?" Scrive una grande catena di vendita, "Quest'anno abbiamo pensato a una serie di offerte imperdibili, studiate per accontentare tutti, ma proprio tutti: nessuno potrà tornare a casa a mani vuote durante quello che sarà il Black Friday più folle a memoria d'uomo."

A parte l'iperbole, la triviale scadenza è il 26 novembre. Siamo ad agosto: l'azienda in questione vende beni durevoli come frigoriferi, lavatrici, televisori, computer, è difficile che in tre mesi cambi la struttura dei consumi in un paese come questo. Data la situazione, proiettare la curva attuale a un orizzonte di tre mesi ci mostra che non solo il consumatore tipo uscirà a mani vuote dall'ipernegozio ma non vi entrerà neppure: l'acquisto di beni durevoli si può rimandare, quello di generi alimentari no. Ma proprio per questo i due parametri sono poco significativi: l'uno perché varia troppo, l'altro perché varia troppo poco. Perciò, per valutare quantitativamente l'effetto della pandemia sui consumi occorre un parametro marginale come la variazione dei consumi alimentari extradomestici. A questi si può rinunciare, infatti sono passati da 85 miliardi di euro del 2019 ai 34 miliardi di oggi. Solo la Cina (paese che produce per il paese che vive di rendita) ha un potenziale sufficiente per un recupero in quella fascia di consumi.

1954: Vulcano della produzione o palude del mercato?
2005: Una vita senza senso
2017: Coppi, Bartali e le vaccinazioni

Facili previsioni

Una stabilizzazione sanitaria che comporti finalmente dei provvedimenti efficaci contro la Covid passa purtroppo dal recupero del tempo perduto. Nel momento in cui scriviamo, la doppia inoculazione del vaccino nel mondo interessa solo una persona su otto. Ciò significa che quasi sette miliardi di persone sono ancora a rischio, tenendo conto che i contagiati possono ammalarsi con le eventuali varianti. Solo una vaccinazione completa di massa potrebbe comportare una regressione (sempre varianti permettendo). Il surriscaldamento dell'economia a questo punto dovrebbe provocare un'inflazione tipo quella degli anni '70-'80. Ma non siamo in quegli anni: il gioco della domanda e dell'offerta si svolge fra protagonisti che obbediscono supinamente al capitale e non sanno quello che fanno. Banche e governi sono intervenuti con quella che abbiamo chiamato la dottrina del rimedio, e che potremmo interpretare, pensando ai possibili sviluppi, come morte del sistema per mancanza di energia. È dal 2008 che le banche centrali iniettano moneta nel sistema, senza evidentemente avere idea di che cosa significhi subire un blowback, un ritorno di fiamma in grado di far esplodere il motore. Che cosa succederà quando si dovranno sistemare i debiti, quando gli stati dovranno onorarli di fronte alla società creditrice? Nessuno è in grado di quantificare la somma che occorrerà smistare fra vari paesi e all'interno di essi, ma, sommando alcune cifre parziali abbiamo un'idea dell'ordine di grandezza: diecimila miliardi di dollari per l'intervento nella prima crisi negli anni '80; altri diecimila miliardi dal 2008 a oggi, da due a tre milioni di miliardi impegnati in ricapitalizzazioni folli o, peggio, in asset derivati o comunque altamente speculativi. Lo sfondo della crisi economica è ormai da molto tempo quello della crisi sanitaria e i numeri non sono favorevoli: negli Stati Uniti è vaccinato il 50% della popolazione, in India il 20%.

Paese Contagiati Morti Vaccinati
Mondo 200.000.000 4.000.000 4.110.000.000
Stati Uniti 35.000.000 613.000 160.000.000
India 31.000.000 424.000 323.000.000
Brasile 20.000.000 560.000 60.300.000
Russia 6.000.000 156.000 21.000.000
(Ordine di grandezza, i dati riguardano tempi diversi).

La variante Delta sta facendo aumentare i contagi in molti paesi. A giugno le rilevazioni ufficiali indicavano che negli Stati Uniti era stato raggiunto il minimo di 11.000 nuovi contagi al giorno; ora si sono superati i 100.000 contagi con una media di 500 morti al giorno. Un'enormità, se si pensa che succede in una società moderna, che potrebbe dispiegare a propria difesa potenti mezzi e invece è attanagliata dall'incertezza dei numeri e dalla certezza che il capitale non bada ai morti e utilizza i vivi, alimentando interessate pulsioni irrazionali come in una guerra di religione.

2020: Prove di estinzione (la dottrina del rimedio)
2021: La pandemia e le sue cause

La Cina, la crisi e i numeri

Numeri "cinesi" che quasi non richiedono spiegazione. Numeri da un paese a capitalismo giovane, ancora in grado di indirizzare il capitale e di conseguenza i suoi effetti sociali. Ma anche in difficoltà di fronte a una classe proletaria indomita che nei distretti industriali non ha smesso un giorno di scioperare. Nei primi sei mesi del 2021 la Cina ha ottenuto i seguenti risultati:

  • crescita su base annua del commercio estero: + 27,1%;
  • import: + 25,9%;
  • export: + 28,1%;
  • scambi con il Sud Est Asiatico: + 27,8%;
  • scambi con il NordAmerica: + 34,6% (alla faccia dei dazi);
  • scambi fra società private cinesi: + 35,1% (47,8% degli scambi totali);
  • interscambio interno alla Cina fra aziende straniere: + 19%.

Si tratta di numeri significativi: nessun paese al mondo ha più, da molti anni, tassi di crescita netta a due cifre. Nessun paese al mondo può, tuttavia, evitare di confrontare queste cifre con quelle, disastrose, dei paesi a capitalismo maturo. Chi può assorbire l'esuberanza di Pechino?

Sono in via di completamento anticipato i lavori per le varie diramazioni della Via della Seta, e ciò significa che è iniziato prima del previsto l'aumento del commercio verso l'Eurasia e l'Europa. Ciò non poteva evitare di produrre lotte rivendicative di contenuto economico e ciò è normale. Nel Guangdong, tra le rivendicazioni di questo tipo veniva però avanzata una richiesta dal sapore ingenuamente politico, cioè quella del "rispetto". Non vuole dire niente di tangibile, ma ha preso piede simbolicamente quasi per ribadire che la classe operaia non è una classe di schiavi che accettano supinamente il più alto tasso di sfruttamento del mondo.

2005: Tessile cinese e legge del valore
2018: Imperialismo in salsa cinese

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