Newsletter numero 222, 18 aprile 2017

Riunione pubblica

1° Maggio ore 18.00
Associazione Whydanghi - via Roma, 70 - 35010 Cadoneghe (Padova)

Perchè n+1?

Stiamo vivendo una grande transizione di fase nella quale è possibile individuare i caratteri anticipati della società futura.

Pasticcio alla Brexit

La Gran Bretagna ha iniziato il processo di allontanamento dall'Unione Europea. Nonostante Londra non facesse parte dell'area Euro, avendo conservato la Sterlina, vi sono da cancellare circa mille leggi che riguardano i rapporti con Bruxelles. Ciò richiede tempi tecnici per verificare quali siano cancellabili senza effetti e quali invece debbano essere sostituite in quanto riguardano rapporti che rimarranno validi sotto nuova forma. Ma richiede anche tempi politici in quanto la modifica delle leggi deve essere approvata dal parlamento. L'iter legislativo si complica per il fatto che la Scozia sarebbe interessata a rimanere nell'Unione. S'è quindi creata una situazione paradossale: la Gran Bretagna si separa dall'Unione e la Scozia vuole separarsi dalla Gran Bretagna per poter rimanere nell'Unione. A complicare le cose vi è il petrolio del Mare del Nord: bisognerebbe stabilire la quota spettante alla Scozia in caso questa divenisse indipendente. Per il momento Londra rimanda ogni ipotesi di referendum secessionistico.

2002: L'Europa disunita e la moneta dei suoi Stati
2007: Feticcio Europa, il mito di un imperialismo "europeo"

La madre di tutte le bombe (convenzionali)

L'aviazione degli Stati Uniti ha lanciato una superbomba su postazioni "terroriste" in Afghanistan. Perciò adesso anche i non addetti ai lavori sanno che esiste un ordigno chiamato MOAB, grande quanto una locomotiva, che è una via di mezzo fra le bombe normali e le superdotate nucleari, in grado di produrre una terrificante onda d'urto per sconvolgere postazioni sotterranee. È lungo 10 metri ed è riempito con 8,5 tonnellate di super esplosivo. Sapevamo che nella panoplia americana figurano bomboloni dal nome gentile come Daisy cutter (taglia-margherite), che esplodendo fanno mancare l'ossigeno ai bombardati; oppure specie di missili guidati che bucano i più muniti bunker; oppure bombe da crociera che arrivano sul bersaglio con estrema precisione "guardando" il paesaggio. Adesso sappiamo anche quanto costano questi ordigni: 14 milioni di dollari cadauno nel caso della MOAB (ADN Kronos). Vabbè, si dirà: sono prodotti quasi unici, vedrete che risparmio quando si passerà alla produzione in serie.

2009: Le guerre americane

59 Tomahawk col resto di 36

L'esercito siriano avrebbe usato armi chimiche per uccidere civili siriani. Per "ritorsione" il governo americano ha bombardato una base siriana utilizzata anche dai russi. I russi hanno pubblicato le immagini di quella che doveva essere una devastazione totale e invece sembrava assai parziale, quasi insignificante. Gli americani hanno comunicato che il raid è stato realizzato con 59 bombe volanti super tecnologiche. I russi hanno comunicato di averne viste arrivare solo 23. Le altre si sono perse? Eppure si trattava di Tomahawk, ordigni di estrema precisione. Qualcuno ipotizza che i 36 missili mancanti siano stati abbattuti da aerei russi Sukhoi di nuova generazione, capaci di tenere sotto controllo da grande altezza 10 bersagli contemporaneamente e abbatterli con salve di missili look and strike down (guarda e colpisci dabbasso). Sembra un teatrino dell'assurdo: nell'epoca delle guerre partigiane combattute per procura da popolazioni civili arruolate di forza, queste sparate tecnologiche lasciano il tempo che trovano; se la guerra ha come finalità quella di obbligare l'avversario a fare come vogliamo noi, occorre portare sul posto migliaia di soldati. Le guerre "spaziali" non servono che a svuotare i magazzini di armi non più compatibili con il tipo di guerra odierna.

2003: Teoria e prassi della nuova politiguerra americana

Guerra in Corea?

"In ogni momento può scoppiare la guerra", scrive La Repubblica di sabato 15 aprile commentando la situazione di instabilità venutasi a creare in Estremo Oriente. E in effetti si sta inasprendo il rapporto fra nazioni che hanno interessi in quell'area, tanto che la Corea del Nord ha messo in vetrina i suoi missili atomici, la Corea del Sud ha allertato le forze armate, gli Stati Uniti hanno inviato la portaerei Vinson con la sua flotta di difesa, la Cina ha dichiarato che da una tensione internazionale tutti hanno da perdere, il Giappone si è allineato agli USA. Cercando di rintuzzare la potenza nordcoreana con operazioni militari, Washington si mette in un bel pasticcio, perché nessuna delle "rivendicazioni" o "richieste" in ballo è risolvibile attraverso pressioni militari. Bombardare Damasco affinché i botti si sentano a Mosca, Pechino e Pyongyang potrebbe risultare assai controproducente: tutti conoscono quel linguaggio da settant'anni e nessuno crede più che dietro alle minacce ci sia forza sufficiente per renderle plausibili.

2007: Dall'equilibrio del terrore al terrore dell'equilibrio

Se è programmabile è hackerabile

A febbraio, per qualche giorno, centinaia di migliaia di stampanti in tutto il mondo sono come impazzite, sputando testi che nessun operatore aveva scritto. O almeno non l'operatore abituale. Era un ragazzino di tredici anni che, a suo dire, voleva mettere in guardia contro la vulnerabilità dei sistemi informatici. Un anno prima, qualcuno aveva prelevato 81 milioni di dollari dalla Banca Centrale del Bangladesh e sarebbero stati molti di più se l'hacker non avesse fatto un errore di battitura. Qualche mese fa è stata bloccata Dyn, un'azienda che offre infrastrutture su Internet, con una saturazione di dati che ha impedito il funzionamento di milioni di computer. Del resto anche i servizi segreti di molti paesi sono stati oggetto di attacchi hacker. Per farla breve: tutto il software è hackerabile, e siccome è merce, si trovano sul mercato sia i programmi di protezione, sia quelli per hackerare. Ci sono virus che criptano gli hard disk, per cui bisogna pagare un riscatto per avere la chiave di decrittazione: sembra che i ricattatori offrano un servizio di assistenza online come ditte normali. Va da sé che chi sa aggirare le difese sa anche ergerle, e quindi il ragazzino tredicenne ha con molta probabilità il posto di lavoro assicurato. Lascerà il testimone a un altro aspirante hacker, burlone o criminale che sia. È il business, my boy.

2001: Von Clausewitz contro Sun Zu
2011: Le unghie della Talpa

La curva della disperazione

Nella fascia di età fra i 45 e i 54 anni la mortalità negli Stati Uniti supera i 400 casi ogni 100.000 abitanti, quasi il doppio rispetto alla media di Svezia, Gran Bretagna, Australia, Canada, Francia e Germania. Mentre negli altri paesi questo dato è sceso negli ultimi 25 anni, negli Stati Uniti sale. La statistica (della Brookings Institution) è di un'ovvietà disarmante: non contano il colore della pelle, la posizione geografica, il mestiere, e in certo senso nemmeno il reddito: conta la variazione di stato sociale, il precipizio verso il basso della classe media. Infatti sono meno colpiti dalla "morte per disperazione" coloro che erano già in basso nella scala sociale e sono caduti ulteriormente. Ovvio anche il parallelismo delle curve alla voce psicofarmaci, alcool, droga, suicidi, armi: insieme che nello studio è chiamato "eccezionalità americana".

2005: Una vita senza senso

Paradossi

D'accordo, la guerra è guerra, ma c'è un qualcosa di paradossale nel fatto che gli Stati Uniti spediscano una flotta superarmata nel Mar della Cina come monito contro il paese che ha loro imprestato i dollari per costruire la flotta stessa.

2009: Accumulazione e serie storica

Robot e cavalli

Uno studio del MIT riprende la classica "teoria del cavallo" per dimostrare che la robotizzazione sostituisce vecchie macchine ma non uomini (con l'avvento dei veicoli a motore l'animale rimase disoccupato, ma gli uomini no). Gli uomini dovrebbero fare ciò che i cavalli… pardon i robot non sono capaci di fare. Il segreto starebbe nell'istruzione. Ogni robot introdotto per 1000 operai americani ne lascia a casa sei. I disoccupati per colpa dei robot sono stati circa mezzo milione (+/- 20%) in una ventina di anni. Per confronto, l'interscambio con la Cina in 12 anni ne avrebbe provocati almeno 2 milioni. Economicamente parlando, afferma lo studio, i due dati non dovrebbero rappresentare un problema, dato che in entrambi i casi le percentuali rispetto al numero di occupati sono minime. Se è così, commenta The Economist, la risposta è semplice: invece di lamentarsi, i nuovi disoccupati dovrebbero avere tanta determinazione quanta ne ebbero i possessori di cavalli un secolo fa. E istruirsi (campa cavallo!).

2016: Verso la singolarità storica

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