Newsletter numero 195, 20 gennaio 2013

Conference Vendredi 25 Janvier 2013 à 19h
à l'AGECA 177 rue de Charonne - 75011 Paris

Ce n'est pas une crise conjoncturelle

"Ceci est une crise que depuis un certain temps même les économistes définissent comme systémique. Ses racines plongent dans certaines contretendances que le Capital met naturellement en action afin de conjurer la chute du taux de profit. En particulier : augmentation du niveau d'exploitation du travail, diminution de la valeur du salaire, expansion du commerce extérieur, expansion du crédit ; tous éléments de ce qu'on appelle aujourd'hui la « mondialisation ». Nous affirmons en conséquence que la crise « actuelle » dure depuis trente ans, qu'elle est une crise chronique irréversible, et qu'elle se manifeste par le degré extrême de minéralisation non seulement de la vie humaine, mais de toute la biosphère. Ce fait, qui semblait à nos adversaires, il y a un demi-siècle, de la science-fiction, est maintenant reconnu par les institutions officielles de la bourgeoisie internationale. Il s'agit d'une des plus éclatantes capitulations face à la théorie révolutionnaire qui a pris le nom de Marxisme."

(Extrait de n+1 numéro 24 du décembre 2008)

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Guerra in Mali, in Algeria e...

La guerra in Mali si è già estesa all'Algeria coinvolgendo alcuni paesi europei, fra cui l'Italia. Truppe africane sono in arrivo. I gruppi fondamentalisti islamici armati sono solo un aspetto della deteriorata situazione. Anche i Tuareg, che fondamentalisti non sono mai stati, sono scesi in campo rispolverando l'autodeterminazione nazionale. Il cocktail è esplosivo e l'incendio potrebbe coinvolgere non solo il Mali e Algeria ma anche altri paesi come Libia, Mauritania, Chad, Sahara Occidentale. Per il momento non si parla del Niger, dove esistono i più forti gruppi guerriglieri tuareg che lottano da decenni per la loro "questione nazionale". I Tuareg sono presenti in tutto il Sahara e in parte del Sahel. Essendo nomadi, non riconoscono i confini degli stati, per cui non si battono per un territorio specifico ma per un principio unificante, un "diritto" di mobilità. Popolazioni mobili berbere e arabe s'intrecciano di fatto dall'Atlantico al Sinai. Sono estremamente disperse, ma in grado, da millenni, di aggregarsi velocemente come nella tradizione tribale. Non sappiamo quale sia il tasso di copertura Internet o della rete cellulare nel Sahara, ma se si unisce la mobilità nomade-tribale con i social network, per gli ex colonialisti sarà un incubo.

2002: Leggi di simmetria e scenari da incubo

Ripresa americana

Secondo un'indagine del Sole 24 Ore l'ottimismo sulla ripresa americana è eccessivo. I due principali indici che confermerebbero l'uscita dal tunnel, cioè la riduzione drastica dell' "effetto leva" bancario (speculazione con denaro ottenuto a basso costo) e l'aumento delle compravendite immobiliari, sono fasulli. Il leverage bancario è stato asssorbito dalla Federal Reserve che ha preso in carico 7.000 miliardi di dollari di operazioni senza via d'uscita (45% del PIL USA). I prezzi immobiliari non sono cresciuti per effetto di domanda per nuove costruzioni: il 75% delle transazioni è dovuto all'incetta da parte dei Fondi Privati che comprano le case pignorate per offrirle in affitto, magari alle stesse persone cui sono state tolte. Da una parte lo Stato s'indebita sempre più senza costrutto, dall'altra cresce la quota del plusvalore che si trasforma i rendita: due indici di senilità irreversibile del sistema.

1988: La legge del valore e la sua vendetta
2002: Le case che salvarono il mondo (quando il plusvalore si tramuta in rendita)

Apple, Google, Facebook & Co.

E' in corso la grande e disperata corsa a costringere Internet, il fenomeno sociale per eccellenza, entro un ambito privato, chiuso, a pagamento, controllato da esattori e naturalmente da sbirri. Non è solo una questione di copyright o di concorrenza. Internet sta diventando una riproduzione del mondo e quindi sta assorbendone tutti i connotati. Ma non è un mondo materiale, anche se ne è lo specchio. Il tempo e lo spazio diventano relativi e tutto si accelera. Acquisizioni, fusioni, crescite, crolli, profitti, perdite si susseguono a ritmi mai visti. Riportate in un diagramma alla stessa scala, le perturbazoni che fecero impazzire il mondo nella Grande Depressione sono appena visibili in confronto a quelle odierne. Eppure in contrasto a questo dinamismo, tutto il resto sembra anestetizzato, anzi, morto. Una calma irreale prima della tempesta.

2000: Massimo di centralizzazione
2009: Uno spettro si aggira per la Rete

Specchio delle mie brame

Da anni i ricercatori tengono d'occhio un essere vivente che non invecchia. E' una medusa, la Turritopsis dohrnii, che produce cellule staminali in grado di far regredire a stadi giovanili l'intero organismo, una volta invecchiato. Si capisce che, se si trovasse il modo di riprodurre il meccanismo della non-morte nel corpo umano sarebbe una pacchia, nel senso di business. Per quanto riguarda invece la vita, nessun articolo trionfale fa notare che il 37% dei ringiovaniti sarebbe disoccupato; che già adesso è un problema non solo arrivare alla pensione ma sapere se ci sarà; che vivere eternamente in condizioni precarie non sarà affatto divertente; e che questo povero pianeta, già esausto, non potrà contenere cento miliardi di pimpanti giovanotti in gagliarda riproduzione.

2000: Le prerogative di Dio
2001: Il crogiuolo (bio)tecnologico

Rapporto FAO sull'agricoltura

Nel rapporto annuale della FAO The State of Food and Agriculture 2012, si afferma che la vera soluzione in agricoltura non è investire senza discernimento lasciando fare alla caotica proprietà privata (per la maggior parte in mano a un miliardo di contadini poveri) ma investire nei terreni in cui l'apporto di capitale comporti una marcata differenza fra il prima e il dopo. In termini nostri si direbbe: trasformare la rendita assoluta in rendita differenziale. C'è un problema: bisogna che questo miliardo di contadini possa accedere al credito, quindi indebitarsi. Ma non è già il meccanismo universale e super-collaudato per esprorpiare i contadini?

2001: L'uomo e il lavoro del Sole

Fantasmi del lavoro morto

Ordos è una città nel nord della Cina. Costruita dal nulla nel deserto mongolo per un milione di persone, ha appena 28.000 residenti, la maggior parte addetti ai cantieri. Non è una città fantasma abbandonata a causa di catastrofi naturali o artificiali: semplicemente non riesce ad attirare gli abitanti previsti da urbanisti e architetti. Non è l'unica: in Cina stanno sorgendo almeno dieci nuove città ogni anno. Molte rimangono disabitate. L'eccedenza cinese di capitali doveva essere utilizzata per stimolare i consumi interni tramite la spesa pubblica. Il piano attuale prevede 600 miliardi di dollari per costruzioni e 420 per trasporti, comunicazioni, modernizzazione (200 solo per le ferrovie), ma evidentemente i capitali pretendono di valorizzarsi più velocemente di quanto la popolazione riesca a spostarsi. Il lavoro morto non riesce neanche più a divorare quello vivo.

2002: Decostruzione urbana
2002: La dimora dell'uomo

Orti urbani, Internet e liberazione dal lavoro

Una volta c'erano gli orti di guerra, oggi ci sono gli "orti urbani condivisi". A dire il vero finché la gente si arrangiava con i tremendi orticelli abusivi sulle scarpate di ferrovie e autostrade o sui ritagli di terreno trascurati dal cemento, l'insalata alle polveri tossiche non faceva notizia. Adesso, perbacco, in tempi di crisi il pomodoro da balcone attira il cronista. E poi c'è la banca del tempo, la spesa comune, il bricolage sociale, il riciclo, il volontariato, ecc. ecc. il tutto nobilitato dalla diffusione in Rete. Il confine fra la presa per i fondelli e le manifestazioni da transizione di fase (biforcazioni, catastrofi) è labile. La grandiosa socializzazione del lavoro che a Lenin faceva esclamare : "Il capitalismo è un involucro che non corrisponde più al suo contenuto" è ulteriormente avanzata e adesso fa emergere fenomeni collaterali. Singolarmente insignificanti, globalmente indicativi.

2003: Persistenze comunistiche nel corso della storia umana

Il tramezzinista

La "formazione", si sa, è merce vendibile. La comprano soprattutto i disoccupati. D'accordo, è un business, non staremo a indignarci per l'ovvio. Ma ci sono degli aspetti significativi. Nei lunghissimi elenchi dei siti specializzati non c'è ombra di corsi per tornitore, fresatore, meccanico, stampista, falegname, fabbro, idraulico. C'è qualche corso per contabile, informatico, traduttore, fotografo. Ma soprattutto c'è un'inflazione di corsi per tramezzinisti, pizzaioli, acconciatori, cocktailisti, designer di torte, investigatori privati, intagliatori di frutta (pardon: fruit carving expert), comunicatori persuasivi, riflessologi plantari, ricostruttori di unghie, lettori di tarocchi, interpreti runici, truccatori, assistenti matrimoniali, grafologi, arte-terapisti, estensori di ciglia, e così via. L'uomo è un essere intelligente, versatile e adattabile, se l'industria chiude, non s'intestardisce a volervi entrare.

2003: L'estinzione della scuola e la formazione dell'uomo sociale

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