Newsletter numero 158, 31 marzo 2010
Il peggior nemico del capitalismo è il capitalismo stesso
Altro che "contraddizioni intrinseche del capitalismo": qui stiamo vivendo un incubo horror dove il cadavere ambulante ammorba tutto con la sua putrefazione. Perfino un Giulio Tremonti è costretto ad ammettere che "i governi hanno dato alla finanza i soldi per salvarsi, la finanza usa ora questi soldi per speculare contro i governi stessi". Comunque è da un secolo e mezzo che ciò si chiama "sottomissione dello Stato al Capitale".
2008: Capitalismo che nega sé stesso
Fondo Monetario Europeo?
L'Europa Disunita proprio non ce la fa a darsi un minimo di libertà d'azione rispetto all'America, e anche la proposta di un Fondo Monetario Europeo è durata lo spazio di un mattino. Ma, mentre dalla Grecia al Baltico si suonerà ancora la musica di Washington tramite il Fondo Monetario Internazionale, le città greche sono insorte con un magnifico sciopero generale preventivo. C'è qualcosa di nuovo sul Fronte Occidentale.
2002: L'Europa
disunita e la moneta dei suoi Stati
2005: La
grande cerniera "balcanica" e il futuro dell'Unione Europea
Ancora con le "offensive padronali"
E' curioso che la CGIL sia criticata da sinistra dal consulente-sociologo dei più grandi gruppi industriali italiani. In effetti un sindacato siffatto non serve più neppure alla borghesia, che avrebbe bisogno di un po' d'ordine keynesiano per tentar di superare il marasma finanziario. La piagnucolosa difesa di "articoli 18", contratti a scadenza e scartoffie su diritti virtuali non ha più senso di fronte ai dieci milioni di lavoratori italiani ridotti in semi-schiavitù e alla prospettiva, per tutti gli altri, di essere schiavizzati. Ed è tragico che la crescente ribellione proletaria sia ancora schiacciata nel vicolo cieco dell'abitudine, e che alcuni nuclei di lotta si propongano, per adesso, di ripristinare il vecchio ordine sindacale invece di rovesciarlo.
1949: Lotta
di classe e "offensive padronali"
2002: Una
storia infinita di "articoli 18"
Il destino della scuola
Non è grazie all'ignoranza dei proletari che la borghesia domina, ma grazie a quel po' della propria cultura che riesce ad inculcar loro. Lo ripetiamo dall'inizio del '900 e lo ribadiamo oggi, dopo lo sciopero generale che ha visto in piazza migliaia di persone contro la "distruzione della scuola pubblica". Ai soliti adoratori della riforma perpetua dell'esistente non importa niente del fatto che, nella scala degli strumenti di dominio di classe, la scuola venga al primo posto, che bambini svegli e intelligenti vengano rincretiniti , in vista di una perfetta trasformazione in "adulti" zombie integrati e omologati (grande Fourier, altro che utopista!). La società futura non riformerà la scuola, la estinguerà.
1913: La
nostra missione
2003: L'estinzione
della scuola e la formazione dell'uomo sociale
Meltdown post-sovietico
I debiti nell'ex blocco sovietico hanno raggiunto i 1.700 miliardi di dollari. La valuta della Polonia è crollata del 50% in pochi mesi. L'Ucraina è praticamente insolvente con il PIL crollato del 12%. La Lettonia ha un'economia "clinicamente morta", dice il direttore della sua Banca Centrale, e masse infuriate hanno assaltato il Parlamento. L'Ungheria è incapace di ripianare i debiti. E così i principali Paesi balcanici . Nonostante i 155 mld di dollari stanziati dal FMI per sostenerne le economie, quello che doveva essere l'Eldorado di un capitalismo in cerca di sbocchi si sta rivelando come il peggiore degli incubi, assorbe capitali in perdita invece di produrre plusvalore.
1989: Era
ora: con il Muro di Berlino crollano miseramente gli avanzi della lunga
mistificazione staliniana
2008: Un
modello dinamico di crisi
Caduta tendenziale delle classi superflue
E' ovvio che lo Stato piloti capitali a favore di banche e grandi industrie. E che quindi a numerosi piccoli imprenditori e artigiani non resti che fallire. Sorte che, secondo la CISL, negli ultimi due anni è toccata a 42.000 di essi (sedici dei quali si son tolti la vita solo nei favolosi distretti del Nord-Est). La Lega capitalizza la reazione elettorale, ma non può fare a meno di "romanizzarsi" sempre più: mentre i capitalisti seguono trafelati i loro capitali ormai autonomi, la piccola borghesia bottegaia e la sua intellighenzia coltivano al solito, l'ideologia della reazione. Marx ci mette in guardia: "La piccola borghesia sarà parte integrante di tutte le rivoluzioni". Non ce la faremo tanto facilmente a togliercela dai piedi. La vedremo infiltrata come sempre nelle nostre file, triviale, interclassista, rivendicante qualche infame briciola all'interno di questa società.
1998: Padania e dintorni
In questo mondo di pace
Maggiore è il ritardo di un grande paese nello sviluppo capitalistico, maggiore è la sua necessità di darsi uno Stato dirigista e pronto a un'azione mondiale, coordinata e aggressiva. La Cina, che si muove strappando spazio vitale ai concorrenti, è un buon esempio. Oscillando tra diplomazia e pressione economica, in Africa si assicura appalti in ogni settore e vi sfoga la sua sovrapproduzione di merci e soprattutto di capitali. La China Eximbank ha superato persino la Banca Mondiale nel fornire credito al Continente africano e non teme di penetrare anche in America Latina e in Eurasia, dove l'attenzione americana è assai più robusta.
1999: Globalizzazione
Batracomiomachia
Alla borghesia italiota, che ne ha già dato esempio storico per prima, servirebbe un esecutivo serio, forte e agile, libero da chiacchiere parlamentari e da paludose disfunzioni. Invece, esasperando largamente l'ordinario cretinismo parlamentare, essa non sa far altro che offrire scenari elettoralistici da bettola. Un sondaggio SWG aveva rivelato che il 51% dei giovani non sarebbe andato a votare e persino alcuni settori della Confindustria avevano cercato di sdoganare l'astensionismo, che in questo caso non sarebbe stato "qualunquista" ma "propositivo". Nel tentativo di uscire dal guano stanno addirittura sponsorizzando Montezemolo for president ma, com'è ovvio in Italia, non hanno il minimo coraggio di toccare il puttanaio che essi stessi hanno partorito.
1953: Il
cadavere ancora cammina
2008: Elezioni
non proprio normali
Spinte epocali ed utopie velleitarie
Decostruzione pianificata del territorio urbano e relativo riequilibrio tra il naturale e l'artificiale (ammesso e non concesso che vi sia dicotomia) sono impellenze storiche della rivoluzione in corso e non è certo il capitalismo che potrà risolvere il problema. Tuttavia la nuova società proietta la propria ombra dal futuro: il sindaco di Detroit ha promosso l'abbattimento di 120.000 abitazioni nei quartieri più poveri e degradati per ricavare centosettanta chilometri quadrati (sui trecentosessanta dell'attuale area urbana) da destinare a parchi e aziende agricole. Un giorno potrà essere un bel progetto di compenetrazione città-campagna ma oggi vuol solo dire: "Basta con le terre di nessuno dove si amplifica la violenza; basta mantenere i disoccupati, che si coltivino le patate da sé!".
1953: Spazio
contro cemento
2002: Decostruzione
urbana
2002: La
dimora dell'uomo
Riti funebri per un morto vivente
Google ha stipulato accordi con una quarantina di biblioteche nel mondo, delle quali ha già digitalizzato 12 milioni di libri. Presto ne metterà a disposizione un altro milione presenti in biblioteche italiane, ma solo quelli apparsi entro il 1870. Dopo tale data, anche se è scaduto il copyright, si va a toccare l'area sacra della proprietà. Ovviamente il capitalismo entra in conflitto con sé stesso, mettendo a disposizione mezzi di cui poi è costretto a proibire l'uso, ma il processo è inarrestabile. I tentativi di legislazione sul settore sono goffi e inadeguati. L'ultimo in ordine di tempo viene dalla Francia, dove, a dispetto dei provvedimenti, la cosiddetta pirateria è cresciuta del 27% in un anno.
2009: Catene
allo sviluppo della forza produttiva sociale
2000: Essere
digitali
2009: Uno
spettro si aggira per la rete
Lasciate che i bimbi vengano a me
Contro le accuse che toccano i massimi livelli della sua gerarchia, la Chiesa afferma la necessità di contestualizzare la violenza sessuale sui bambini. Essa non si manifesterebbe soltanto fra le sue mura; ci sarebbe quindi la correità della società intera. A parte il fatto che nelle case di Dio il peccato si consuma alla scala industriale, la scappatoia è un po' troppo craxiana e a-morale per venire dall'organismo che da sempre si pretende "nel mondo ma non del mondo"... 1959: La Chiesa del Patto AtlanticoThe Hurt Locker
La trama non ha importanza, ma il film da Oscar sugli sminatori americani in Iraq è stato contrapposto dai critici ad Avatar come il trionfo del reale sul fantastico. Dissentiamo vigorosamente. Tra il film-documento sull'Iraq occupato e la favola sull'imperialismo alla conquista di Pandora, quello "realistico" non è il primo, col suo moralismo individualistico decadente, ma il secondo, con il suo verismo storico e la vittoria del cervello sociale.